Se siete arrivati fino a qui, avete forse bisogno di un riassunto delle puntate precedenti..
In un attacco di nostalgia anni 80 avete organizzato per i Vostri amici una ricca cena tematica. Appena conclusa l’operazione antipasto e primo piatto, eccoci giunti al momento del secondo piatto.
Regna incontrastato il filetto al pepe verde (o rosa), che ancora oggi fa timido capolino in tanti menu di trattorie e ristoranti. Un milione di bacche nascoste dall’avvolgente e infida panna pronte per essere triturate anestetizzando bocca, lingua e palato. Se la stagione, invece, volge al bello largo a una succulenta tagliata o carpaccio rigorosamente rucola e grana. Per gli amanti del classico proponiamo il piemontesissimo vitello tonnato che i più chic hanno chiamato per anni, e continuano a farlo, vitel tonnè suggerendo ipotesi francofone prive di fondamento.
Se dopo il luculliano pasto avanza ancora un po’ di fame ecco in arrivo la piramide di Profiteroles oppure lei, Sua Maestà la Regina Banana Split, servita in genere come dessert ma che, in realtà, copre con le sue 8000 calorie il fabbisogno energetico giornaliero di un reggimento di fanteria.
Ma cosa si beveva negli anni 80? Vaghi ricordi di un Galestro Capsula Viola, Lancers versione bianco e rosato (nella sua bottiglia di finta terracotta) e Mateus (nella sua inconfondibile bottiglia tondeggiante) .
Scommettiamo che per il secondo piatto abbiamo un’idea migliore? Provate questo classico Roero Arneis DOCG di Livio Maccagno, oppure se preferite passare ad un vino rosso leggero ma di bella struttura consigliamo un delizioso Dolcetto d’Alba DOC di Aldo Clerico. E non si sbaglia…
Buon revival!!!