Versatile, colorata, dalle mille forme e dal sapore caratteristico che la rende uno degli ortaggi più amati (e consumati) nella cucina mediterranea. Per chi ancora non avesse capito stiamo parlando della melanzana, grande frutto dal colore viola (e non solo) e dalle origini antichissime. Le origini di questa pianta, anche se a tratti controverse, sembrano risalire all’India ma il loro arrivo nel bacino mediterraneo, di cui presto diventano simbolo, è da attribuire alle popolazioni arabe che la portarono nella penisola iberica e successivamente in Italia. Inizialmente la melanzana, probabilmente a causa del suo retrogusto amarognolo e del leggero pizzicore non era molto ben considerata e c’era addirittura chi pensava che portasse il malumore! Secondo alcuni dotti dell’epoca, infatti, la presenza della sostanza amara caratteristica della melanzana (oggi identificata come solanina) provocasse mal di testa e intossicazioni, soprattutto se il frutto veniva consumato da crudo. Oggi, invece, a differenza del passato, sono indubbiamente riconosciute le proprietà benefiche di questa speciale verdura, in modo particolare l’azione benefica su fegato, intestino e sistema circolatorio.

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Per fortuna i pregiudizi sono stati ben presto abbandonati e piano piano il gustoso ortaggio è entrato di buon diritto a far parte della tradizione gastronomica italiana. Lo stesso nome “melanzana” ha una storia davvero affascinante. Sembra, infatti che il nome originario del versatile ortaggio fosse in lingua araba “badingian”, ma che in Italia fosse arrivato con il termine “petronciano”, termine che ritroviamo negli antichissimi manuali di gastronomia.

Si fa presto a dire melanzana…Eh già perché attualmente ne esistono di differenti tipologie con caratteristiche differenti e uniche. Oltre, infatti, alle classiche melanzane tradizionalmente utilizzate nelle nostre cucine, quelle lunghe e viola scuro per intenderci, esistono altre tipologie; ed ecco quindi quelle cinesi dalla forma allungata, le melanzane zebrine così chiamate per le loro caratteristiche striature bianche, le melanzane bianche, le melanzane giapponesi e quelle thailandesi. Insomma, non c’è che l’imbarazzo della scelta! Un tipo particolare di melanzana, oggi tutelato anche dal marchio di Denominazione Origine Protetta è la Melanzana Rossa di Rotonda DOP, prodotto tipico della Basilicata.

Le melanzane sono buonissime in qualsiasi modo vengano cucinate, basti pensare a quel gusto inconfondibile e a quel delicato pizzicore di un semplice piatto di melanzane alla griglia servite come antipasto leggero, gustoso contorno o sfizioso ripieno di panini, piadine e torte salate. E che dire delle melanzane fritte, croccanti e leggermente salate, da gustare una dopo l’altra come se fossero patatine? Ma oggi concentriamo l’attenzione su tre ricette “iconiche” che vedono la melanzana protagonista assoluta del piatto. E non potremmo che partire da lei, indiscussa leader della cucina mediterranea; melanzane rigorosamente fritte (la versione light del piatto concede la cottura alla griglia ma è tutta un’altra storia), mozzarella fiordilatte candida e burrosa, salsa di pomodoro e basilico. Stiamo ovviamente parlando della Parmigiana di melanzane ma avendone già ampiamente scritto, non ci soffermeremo oltre e vi rimandiamo, qualora foste interessati a conoscere storie e segreti di una pietanza dalle origini controverse, vi invitiamo a leggere il nostro post. Passiamo, invece, alla seconda specialità, tutta siciliana: la Caponata. Fantasiosa, eclettica e assolutamente gustosa la caponata è un ricco contorno (ma fa la sua figura anche come piatto unico o come condimento per una pasta) composto da cubetti di melanzane fritti (e come se no?) conditi con salsa di pomodoro, sedano, cipolle, capperi, olive e un sottofondo agrodolce di zucchero e aceto. Raccontata così sembra facile ma la situazione è molto più articolata e complessa se si pensa che solo in Sicilia ne esistono, a seconda della zona, ben 35 versioni differenti. I palermitani, per esempio, amano arricchire questo gustoso piatto con pinoli e mandorle, gli agrigentini non disdegnano olive nere, carote e un pizzico di peperoncino piccante, mentre a Catania non mancano i peperoni rossi e gialli. Insomma, che dire? Un piatto tutto da scoprire e da assaporare..

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Passiamo, infine, al terzo ed ultimo piatto per chiudere davvero in bellezza questa piccola rassegna di gastronomia a base di melanzane. La Pasta alla Norma è un vero e proprio caposaldo della cucina siciliana, un primo piatto gustoso, ricco di colori e dei profumi della terra in cui nasce. Come tutte le grandi ricette, anche la Norma ha origini antiche e controverse. Due sono le versioni più accreditate, eccole. Secondo una prima “leggenda” il nome nascerebbe da una battuta di entusiasmo del commediografo siciliano Nino Martoglio che assaggiando il piatto esclamò: “Questa pasta è una Norma!” facendo riferimento alla celebre opera di Vincenzo Bellini a cui fu paragonata la bellezza e la perfezione. Secondo un’altra versione il piatto fu inventato da un cuoco siciliano in occasione della presentazione dell’opera lirica di Vincenzo Bellini, catanese DOC. In ogni caso, che si legga in un verso oppure in un altro l’opera lirica del Bellini sembra essere il filo conduttore di una grande ispirazione che è poi diventata un grande classico. Gli ingredienti? Facile, melanzane fritte, salsa di pomodoro, ricotta grattugiata e qualche fogliolina di basilico. Il gioco è fatto!

Idea golosa (Immagine by Pixabay)

E cosa beviamo con tutte queste prelibatezze? Ecco un piccolo consiglio per ciascuna delle ricette di cui abbiamo appena parlato. Con la Parmigiana di melanzane consigliamo, in onore alla territorialità e al connubio di sapori il Frappato DOC di Tenute Orestiadi, un vino caldo e voluttuoso che ben saprà accompagnare il corpo e l’aromaticità del piatto. Cambiamo, invece, regione per la caponata e andiamo in Puglia dove vi consigliamo in abbinamento un bel Negroamaro IGP Salento Podere Don Cataldo di Rocca Vini, che ben saprà sottolineare le note agrodolci della caponata. E concludiamo, infine, con la pasta alla Norma e, cambiando ancora una volta regione rispetto alla tradizione, voliamo in Campania dove potremmo degustare, insieme a questo ricco primo piatto, un bel calice di Falanghina Irpinia DOC “Fontana della Loggia” di Vinosia. Un’esplosione di mediterranea passione!

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