E’ tonda, colorata e mette sapore e allegria nei nostri piatti autunnali. Stiamo parlando della zucca, ovviamente, il frutto appartenente alla numerosa famiglia delle Cucurbitacae, indiscussa protagonista dei nostri piatti tradizionali autunnali. Il nostro paese è ricco di una gran varietà di zucche dalle caratteristiche e dalle note organolettiche diverse. Vediamo insieme le principali, allacciate i grembiuli, coltello alla mano e seguiteci in questo affascinante percorso alla scoperta della dolcezza.

Esistono oltre 500 specie diverse di zucca ma soltanto una piccola parte, circa 15, è commestibile mentre le altre vengono utilizzate per le loro forme originali esclusivamente ad uso ornamentale. Nel Nord Italia vengono coltivate principalmente la Zucca marina di Chioggia, decantata anche da Carlo Goldoni e molto amata in Veneto, la Zucca Mantovana della Pianura Padana, chiamata anche per la sua forma Cappello del Prete (da non confondere con l’omonimo taglio di carne) ideale per la preparazione di gnocchi e ravioli, la Zucca grigia di Bologna, così chiamata per il colore della sua coriacea buccia e la celebre Zucca violina di Ferrara, di forma allungata e con una brillante polpa arancione.

Spostandoci al Centro-Sud avremo il piacere di incontrare e degustare la toscana Zucca Lardaia, di forma tondeggiante, da degustare fritta secondo la ricetta tradizionale, la Zucca Turbante (chiamata anche Turbante di Aladino o Zucca-fungo per la sua particolare foggia) coltivata nelle regioni meridionali del nostro paese, la Zucca invernale di Napoli dalla polpa soda e dolce, ideale per preparare gustose e sane vellutate e, infine, la Zucca Serpente di Sicilia dalla forma allungata e sottile, ottima da gustare in pastella e fritta.

Insomma, davvero non c’è che l’imbarazzo della scelta. Ovunque voi vi troviate ci sarà una zucca che fa al caso vostro!

Sicuramente la gustosa e sana zucca, nota anche per le sue eccellenti proprietà antiossidanti e per il notevole apporto di vitamine, ben si presta ad un numero infinito di preparazioni culinarie a partire dagli antipasti fino ad arrivare ai dolci. Ma è, altrettanto indubbio che il colorato ortaggio autunnale dà il meglio di sé nella creazione di gustosi e originali primi piatti. Volete una prova?

I tortelli di zucca mantovani sono espressione di una secolare tradizione gastronomica che nascono dall’esigenza di ricercare un primo piatto “di magro” da consumare il venerdì e un’alternativa più economica della carne. Particolarità di questo piatto è, indubbiamente il connubio (di stampo rinascimentale) tra il sapore dolce della zucca e degli amaretti e la notevole sapidità di ingredienti come il Parmigiano Reggiano e la Mostarda. La ricetta tradizionale di questo gustoso piatto si ritrova negli antichi ricettari di illustri famiglie come i Gonzaga, Signori di Mantova, gli Este, Signori di Ferrara e gli Sforza della città di Milano. Da condire con (abbondante) burro fuso e salvia anche se i palati più golosi non disdegnano qualche pezzetto di salsiccia di maiale. Ideale per la preparazione di questi sontuosi tortelli è, guarda caso, la Zucca mantovana o la zucca marina di Chioggia.

Avete preparato con fatica ed entusiasmo i tortelli di zucca ma non sapete che vino abbinare? Ecco qualche consiglio. In onore alla tradizione e alla geografia vi suggeriamo l’esuberante Lambrusco Amabile Reggiano DOP “C’era Una Volta” di Lombardini; la delicata effervescenza del Lambrusco ben saprà accompagnare la dolcezza e la sapidità del piatto. Rimanendo in tema “rosso” ma cambiando regione potrete azzardare un bel Langhe Nebbiolo DOC di Aldo Clerico il cui bouquet olfattivo troverà nei tortelli di zucca un perfetto corrispondente aromatico. Se, invece, siete amanti del vino bianco 12 mesi all’anno troverete un grande alleato degustando la brillante Lugana DOC “Il Gruccione” di Nunzio Ghiraldi che con freschezza e sapidità porterà il giusto equilibrio alla “grassezza” del piatto. Non ci siamo dimenticati di voi, infine, grandi appassionati di bollicine e vi consigliamo uno spumeggiante Franciacorta Saten di Castelveder, per rimanere in territorio lombardo, o un morbido ed elegante Etna DOC Brut Metodo Classico la Gelsomina (qui siamo in Sicilia, abbiamo davvero rotto gli schemi, ma fidatevi ne vale davvero la pena).

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