(Immagine by Pixabay)

Il momento della vendemmia per qualsiasi realtà vitivinicola, sia essa a livello casalingo o produttrice di milione di bottiglie destinate poi a fare il giro del mondo, rappresenta una sorta di spartiacque. Un capodanno itinerante, il momento in cui si raccolgono i frutti della fatica di un anno, si saggia la qualità del prodotto, si pianifica la successiva attività della cantina, si festeggia un buon raccolto e, talvolta purtroppo, si stimano i danni. Non esiste un vero e ufficiale calendario della vendemmia perché, in primo luogo, ogni vitigno ha caratteristiche differenti e vanta diverse tempistiche di maturazione. In secondo luogo, ogni annata è differente da un punto di vista strettamente climatico; piogge intense, grandinate o, al contrario, siccità e scarse escursioni termiche possono condizionare in modo significativo la raccolta.

Ma in che ordine si raccolgono le uve? Se volessimo creare noi un “calendario della vendemmia” sicuramente tra i primi vitigni ad essere raccolti troviamo il Moscato che, in alcuni anni particolarmente caldi e soleggiati, vede in azione le volenterose squadre contadine già alla fine del mese di agosto. Chiude la lunga fila dei vitigni autoctoni ed internazionali un’uva sovrana nel panorama vitivinicolo nazionale, il Nebbiolo che viene vendemmiato, ovviamente a seconda degli anni, nella seconda metà del mese di ottobre.

(Immagine by Pixabay)

Da agosto ad ottobre, dunque, fervono le attività di raccolta dei vigneti, ma dato il lungo periodo, viene da chiedersi quali siano i fattori determinanti che indicano il “momento ok” per procedere alla raccolta. Esistono parametri tecnici che ci possono fornire indicazioni utili quali, ad esempio, la maturazione fisiologica dell’uva, strettamente legata al ciclo vegetativo della pianta che deve arrivare al suo compimento. Rilevano, in tal senso, anche la maturazione tecnologica e fenolica; la prima è relativa al rapporto tra gli zuccheri e gli acidi naturalmente presenti nell’uva. Nella maturazione fenolica, invece, viene valutata la presenza delle sostanze fenoliche quali gli antociani (responsabili della pigmentazione del vino) e dei tannini che conferiscono la caratteristica sensazione di astringenza presente soprattutto nei vini rossi. Non dimentichiamo, infine, la maturazione aromatica delle uve legata principalmente alla presenza dei terpeni, vale a dire, quelle sostanze volatili presenti nella buccia del frutto che contribuiscono a conferire i sentori di fiori e frutta (aroma primario).

Oltre a queste considerazioni di carattere tecnico occorre, come dicevamo in precedenza, tenere in esame un altro fattore fondamentale strettamente legato alla vendemmia, il clima. La piovosità/ siccità, le temperature, i fenomeni atmosferici estremi (la grandine), le escursioni termiche notte-giorno possono largamente influenzare il periodo e l’andamento della vendemmia. Purtroppo il riscaldamento globale del nostro pianeta comporta, inesorabilmente, un aumento delle temperature, fattore intimamente legato alla maturazione delle uve e al loro momento di raccolta. Un dato lascia impressionati, in questa tematica, se si considera che, a causa dell’aumento delle temperature, i periodi di vendemmia iniziali negli ultimi 200 anni sono anticipati di 15 giorni!

E come è andata questa vendemmia 2023? Non vogliamo tediarvi con dati asettici e noiosi; basti, comunque, conoscere la considerazione generalmente condivisa da tutti gli esperti del settore. Il 2023 ha visto una vendemmia impoverita da un punto di vista quantitativo (soprattutto al Centro Sud) ma in netta ripresa quello qualitativo. Quindi cosa c’è da aspettarsi? Indubbiamente vini di ottima fattura e qualità.

Le nostre aziende vitivinicole hanno già iniziato a commercializzare qualche vino prodotto da vendemmia 2023 e, piano piano, soprattutto con riferimento ai vini bianchi, aggiorneremo il nostro sito con le nuove annate. A voi non resta che seguirci e scoprirle!

A fare da apripista (e non a caso sono in montagna) gli altoatesini della cantina Martini & Sohn con il loro Gewurztraminer e Pinot Nero; segue, come da manuale il Moscato d’Asti DOCG di Arione e conclude questo breve tour iniziale, la marchigiana Passerina “Campo di Marte” di Tenuta de Angelis. Ma raccontiamo qualcosa di queste promettenti novità.

Partiamo proprio dalla cantina Martini & Sohn, storica collaboratrice di Wineoclock, che inaugura il nuovo anno, o meglio, la nuova annata con un vino bianco e un vino rosso targato 2023. Il Gewurztraminer Alto Adige DOC, con il suo nome che suona quasi come uno scioglilingua, è un vino aromatico potente ed elegante, dalle fini note speziate e dal piacevole ricordo di litchee e frutta tropicale. Anche con questa annata non smentisce la sua intensità e versatilità nell’accompagnare piatti di cucina tradizionale ed etnica. Anche il rosso, il Pinot Nero Alto Adige DOC Blauburgunder mantiene gli alti standard qualitativi che l’azienda Martini ci ha insegnato a conoscere. Un vino dal tannino gentile e dal sapore pieno e persistente, un vino che racconta profumi del bosco e di spezie. Una vera coccola per il palato.

Anche l’azienda Tenuta De Angelis (con un piede nelle Marche e l’altro in Abruzzo) si avvia a grandi falcate verso la nuova annata dominante e lo fa con la sua Passerina IGT Marche “Campo di Marte”, un vino biologico fresco, piacevole e accattivante. Un piccolo vortice di profumi e sensazioni che richiamano i fiori bianchi di un ricco bouquet e la succosa pesca gialla, il frutto estivo per eccellenza. Un finale che vince e convince per un 2023 promosso a pieni voti!

E, come vuole la migliore tradizione, arriviamo al dolce e, questa volta, lo propone Arione Vini con il suo Moscato d’Asti DOCG, una denominazione che non ha bisogno di presentazione. Un vino adatto a tutte le occasioni, considerato anche il suo modestissimo tenore alcolico, e che porta dolcezza ad un fine pasto, magari da gustare insieme alla pasticceria secca o ad una tradizionale fetta di panettone.

Pin It on Pinterest

Share This