La nostra Bella Italia ci insegna, a spese del nostro giro vita, che ogni regione da Nord a Sud vanta una tradizione culinaria e gastronomica estremamente variegata, partendo dagli antipasti fino ad arrivare a goduriosi dessert e dolci prelibatezze. In questo calorico panorama, indubbiamente, i primi piatti giocano un ruolo fondamentale; che sia pasta secca, fresca o ripiena condita con sughi semplici o elaborati, il primo piatto nelle case degli italiani difficilmente manca in uno dei due pasti della giornata. Poche semplici regole, veloce da preparare e il risultato fa felice tutta la famiglia, grandi e piccini! Esiste, tuttavia, una regione italiana che si può fregiare, giustamente e indubbiamente, del titolo di “regina” del primo piatto. Roma, e il Lazio in generale, a tavola ci raccontano, con la generosità e l’entusiasmo tipici, quanto un semplice piatto di pasta possa essere godurioso ed invitante. Abbiamo selezionato per voi quattro condimenti classici per iniziare un piccolo ma saporito viaggio nel gusto: carbonara, cacio e pepe, gricia e amatriciana. Sicuramente l’elenco non è esaustivo di tutte le prelibatezze che ogni giorno vengono preparate nelle cucine romane, ma diciamo che, come inizio, davvero non possiamo lamentarci…

La Carbonara

(Pic. by Pixabay)

Di questo gustoso e ricco primo piatto, nonostante i pochissimi ingredienti richiesti, ne abbiamo già parlato in un altro articolo, “7 Regole per una carbonara da 10 e lode” in cui ci siamo soffermati su una sorta di decalogo in cui abbiamo elencato cose da fare (ma soprattutto da non fare) per ottenere un risultato eccellente. Tuorlo d’uovo (ma anche albume secondo alcune versioni), guanciale, pecorino e pepe nero; ecco la lista della spesa! A voi la scelta per il tipo di pasta, corta o lunga a seconda dei vostri gusti. La cosa importante è gustarla fumante, quando la cremosità dell’uovo abbraccia delicatamente la pasta, in compagnia di amici e, neanche a dirlo, con un buon calice di vino. La carbonara ha, infatti, un buon carattere e ben si presta ad essere accompagnata dalla vostra tipologia di vino preferita sia rosso o bianco che rosato o bollicine. Per abbandonare l’approccio propriamente didascalico che vorrebbe in abbinamento un vino del territorio, decidiamo oggi di rompere gli schemi e consigliamo un bianco piemontese davvero particolare, il Bianco Colline Novaresi DOC “Erbavoglio” di Torraccia del Piantavigna (forse noto ai più per i suoi eccezionali Ghemme DOCG e Gattinara DOCG). Un vino bianco dotato di una marcata e suadente freschezza, un vortice leggero e discreto di raffinati profumi fruttati ed e vegetali come l’erba limoncina. Un vino che con la sua sapidità ed eleganza ben saprà accompagnare la voluttuosa cremosità di questo incredibile piatto!

L’Amatriciana

Spostiamoci dalla Città Eterna e passiamo alla provincia di Rieti, e precisamente nel piccolo comune di Amatrice, tristemente balzato alla cronaca per il terribile terremoto che pochi anni fa, nel 2016, distrusse completamente la parte antica della città e provocato la morte di centinaia di presone. Ma oggi vogliamo ricordare questo grazioso borgo laziale per altri motivi, sicuramente più gioiosi e…golosi. Amatrice, infatti, è famosa per aver dato il proprio appellativo ad un primo piatto saporito e rinfrancante, una vera coccola per il palato. La tradizione vuole che i pastori locali, portassero durante i periodi di pascolo lontani da casa, le provviste necessarie per nutrirsi; guanciale, pecorino e pasta secca a cui poi viene aggiunto (ed è proprio la sua caratteristica distintiva) il pomodoro e un pizzico di peperoncino. Un generoso soffritto per arricchire il sapore del pomodoro, guanciale, un goccio di vino bianco, un pizzico di peperoncino per conferire la nota piccante e un’abbondante pioggia di pecorino grattugiato. Voilà il gioco è fatto, pronto in tavola, rimane solo da stappare il vino. Per accompagnare questo ricco primo piatto consigliamo un “gagliardo” Montepulciano d’Abruzzo DOC “Capo Le Vigne” dell’azienda abruzzese Vigna Madre. Un connubio davvero interessante per un incontro armonico di sensazioni gustolfattive estremamente variegate!

La Gricia

Variazione sul tema appena descritto: la Gricia. Eh già perché il condimento della gricia nient’altro è che un’amatriciana senza pomodoro. Questo grande piatto della cucina tradizionale popolare romana deve il suo nome, secondo alcuni, alla località di Grisciano, vicino ad Amatrice; secondo altri il nome deriverebbe dal termine latino “gricio” che stava ad indicare la bottega in cui venivano venduti i generi alimentari di primaria importanza. La gricia viene, inoltre, chiamata amatriciana bianca (per la mancanza di pomodoro) o cacio e pepe con il guanciale. Insomma, un sapiente gioco di ingredienti che, in base alla loro presenza o meno, danno vita a piatti diversi, dotati di una loro irrinunciabile e fiera personalità autonoma. Da bere con un bel piatto di spaghetti alla Gricia? Sempre per rompere un po’ lo schema della territorialità che ben vedrebbe un bel rosso laziale, azzardiamo con un Etna Rosso DOC La Gelsomina di Tenute Orestiadi. La spiccata mineralità e la nota minerale saprà sottolineare con garbo ed eleganza i sapori marcati di questo semplice, ma incredibile, primo piatto.

Cacio e pepe

Il primo piatto più semplice ma più buono del mondo. Attenzione, semplice ma solo in apparenza perché è composto da due soli ingredienti (il cacio e il pepe nero) che, però, devono essere dosati perfettamente e nei tempi giusti. L’aggiunta dell’acqua di cottura della pasta contribuirà a formare, unitamente al pecorino grattugiato, quella crema morbida e avvolgente che ben saprà avvolgere spaghetti, tonnarelli o mezze maniche. Il pepe nero, rigorosamente, appena pestato farà il resto. Da gustare con un bel calice di Lugana DOC di Monteci; anche in questo caso la freschezza e la giusta sapidità del vino saprà incontrare ed armonizzarsi con la cremosità e l’aromaticità di questo insuperabile primo piatto.

Ecco i vini che abbiamo selezionato per voi e buon appetito!

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